Ivano Steri
Small is the new big: uno spunto di riflessione di tendenza nell'attuale mondo della comunicazione.
Ivano Steri
Web Writer, Copywriter, Blogger
Piccolo è il nuovo grande. Come interpretare questa nuova valenza messa in risalto da Seth Godin, scrittore di successo e guru del marketing?
Seth Godin diceva che una struttura piccola è più adatta al mondo contemporaneo, perché più flessibile. Le decisioni possono essere prese più rapidamente rispetto alle aziende più grandi, si può cogliere l’attimo.
Abbiamo diversi esempi di startup che hanno saputo mettere a frutto un buona idea proprio grazie a una struttura snella che ha permesso una velocità d’azione.
Il fenomeno della coda lunga e il niche marketing ha dato possibilità a tutti di avere il proprio spazio e la relativa – sottolineo relativa – economicità della comunicazione sul web rispetto ai canali tradizionali (tv, radio, giornali) permette di farsi conoscere dai prospect. Ma anche le grandi aziende hanno imparato ad agire con la rapidità tipica delle strutture più snelle, pensiamo al fenomeno del real-time marketing.
In questi tempi di media ultraveloci, pensare e agire velocemente è fondamentale.
La riduzione dei budget può portare all’ottimizzazione della strategia di comunicazione delle grandi aziende?
La crisi economica che ci attanaglia da anni spesso è andata a toccare il budget destinato alla comunicazione, considerata talvolta un lusso inutile. Eppure è proprio oggi che si dovrebbe investire in comunicazione, non necessariamente investendo di più, ma investendo in modo mirato.
Il web dà la possibilità di comunicare in modo relativamente più economico rispetto al passato e inoltre offre più strumenti per misurare l’efficacia delle scelte intraprese.
Di sicuro, sia che si tratti di PMI che di multinazionali, non recepire le potenzialità della comunicazione è un grave errore. Altrettanto grave è investire senza cognizione di causa: per esempio, prima di investire nel social media marketing, bisogna capire su quali social è più facile trovare il nostro cliente, quale linguaggio usare e come usare i feedback delle persone, accettando il fatto che un feedback ci sarà sempre, positivo o negativo.
Abbiamo molti esempi virtuosi: Ceres fa un lavoro intelligente sui social, Coca-Cola sfrutta alla grande lo storytelling, Red Bull è praticamente una media company. Per non parlare di Apple…
Fenomeni in crescita come l’Internet of Things daranno ancora più possibilità creative.
Come le aziende seguono la tendenza dell’attenzione al singolo, al mercato one to one, ai social network per distinguersi nella comunicazione attuale?
Sappiamo bene che oggi le aziende non possono più nascondersi: il web ha cambiato le dinamiche della comunicazione, dando al consumatore – oggi più che mai “consum-attore” – un potere che al tempo dei media tradizionali non aveva. E di questo si deve tener conto, assolutamente.
Le aziende che propongono un prodotto o un servizio di nicchia hanno gioco più facile rispetto ai “colossi” nel considerare ogni cliente come un unicum: ma ogni azienda, piccola o grande che sia, dovrebbe pensare a ogni cliente come il cliente, non trascurando nessuno e rimediando agli errori, subito.
A parte l’uso strategico dei social media, credo che lo storytelling e la gamification siano la chiave di volta per creare un legame profondo con il cliente, con ogni cliente. Chi usa queste due metodologie ha una marcia in più ed è destinato a costruire un legame profondo con il cliente.