Paolo Pascolo
L'intrattenimento in comunicazione per un coinvolgimento unico
Paolo Pascolo
Fondatore e Presidente
imille
Crede che l’intrattenimento attraverso il sorriso in tutte le sue espressioni possa rappresentare una tecnica di comunicazione interessante? Pensa che si possano riprodurre elementi che richiamino l'ironia anche con tecniche di visual?
L’ironia è nella sorpresa, la battuta più riuscita è sempre quella spontanea e diretta. Nella sua ‘Interpretazione dei Sogni’ del 1900 Freud aveva definito il ‘moto di spirito’ come una delle manifestazioni più affascinanti dell’inconscio attraverso il mondo reale. Riprodurre in comunicazione questa spontaneità non è cosa facile, ma quando ci si riesce veramente il successo è garantito.
Quale è l’importanza dell’esperienza ludica, del gioco, nell'intrattenimento dell’individuo? Quanto è importante creare un meccanismo interessante, per ottenere l'attenzione e divertire le persone facendole anche riflettere?
Il gioco è lo strumento più potente per liberare l’uomo dal suo stress quotidiano, creandone un altro: l’eustress, una sorta di stress positivo che ci pone in una condizione di benessere psicofisico. Il gioco è anche il modo migliore per poter imparare, anche quando si è adulti. Inoltre, se il gioco è veramente coinvolgente e divertente si perde un po’ il controllo aumentando la predisposizione ad accettare consigli e suggerimenti.
Quanto è importante far sentire ogni individuo una persona speciale cercando di renderlo davvero protagonista, motivandolo e facendolo diventare così brand partner? Far star bene il consumatore ricaricandolo di energia rinnovata, come crede possa essere legato alla parola, spesso abusata, di benessere?
Non credo che una marca possa cambiare lo stato d’animo di una persona, tuttavia la richiesta di protagonismo dei consumatori è un trend sempre in crescita: dai reality ai social network oggi le persone sono abituate a sentirsi più al centro del (proprio) mondo che in passato. Tutte le marche oggi cercano di creare iniziative e soluzioni dove il consumatore possa sentirsi partecipe del processo. Anni fa, si chiamava UGC, oggi, Co-generation, penso siano tendenze che vanno al di là delle mode. Oggi, le marche devono essere molto più attente al consumatore e alle sue necessità, devono coccolarlo e farlo stare bene come si fa con un caro amico.