Federica Villa
Direttore Responsabile Spoon Adv
Federica Villa Direttore Responsabile Spoon Adv
Esiste un “modello di comunicazione” in grado di controllare la Brand Experience? Come le agenzie di comunicazione si stanno attrezzando per crearlo in un prossimo futuro?
In questo momento un modello di comunicazione creato appositamente per il controllo della Brand Experience non esiste. L’agenzia unisce molti modelli di comunicazione per supportare questo tipo di strategia.
È sicuramente molto importante per un’azienda puntare sulla Brand Activity in quanto riesce a fidelizzare maggiormente un consumatore sempre più attento e istruito al mondo della comunicazione. Questo porta anche alla creazione di “mondi di marca” sempre più mirati a cui il consumatore può prendere parte.
Molte aziende lo fanno già, ma, a mio avviso, si può fare di più. Abbiamo infinite possibilità di spaziare con questa strategia, fino al limite dell’impossibile.
Non bisogna, sempre e comunque, rinnovare un Brand, anzi, i punti di forza, le colonne portanti di una marca, devono sempre essere ben visibili e sempre più forti. L’innovazione, invece, deve avvenire, soprattutto, in tutto quello che sta attorno ad un marchio. Spaziare negli ambiti più inverosimili ed inusuali, porta ad un sempre maggior avvicinamento al consumatore moderno.
In quale modo la capacità di rinnovarsi di un Brand è trasmessa efficacemente al target di riferimento?
I consumatori di oggi sono sempre più attenti e interessati alla pubblicità e a quello che gli gira intorno. Un messaggio chiaro, semplice e soprattutto immediato è la chiave di volta per fare centro e rassicurare sempre più i clienti, obiettivo ancora più importante in questo periodo di crisi.
Basta con messaggi confusi e inutili che forviano il consumatore e deviano l’attenzione dall’informazione primaria. I consumatori, e i clienti, hanno sempre più bisogno di messaggi concreti e non di “false promesse”.
Come muterà la strategia delle grandi marche per comunicare al mercato l’innovazione dei propri prodotti o servizi? Potranno le grandi marche sopravvivere ai nuovi mercati?
Certo che potranno sopravvivere, ma lo possono fare solo se muteranno insieme ai nuovi mercati, in una grande ed unica simbiosi. Non bisogna rimanere legati al passato, ma mettersi in gioco, trasformare il Brand e l’azienda in qualcosa di innovativo, partendo dalle radici e non solo in superficie. Le aziende, con il nostro aiuto, devono “inventare” qualcosa di veramente nuovo se non vogliono scomparire in questo mondo che cambia ad un ritmo vertiginoso.
Quali conseguenze comporta l’attenzione che le aziende riservano alle attività di comunicazione e alle particolari strategie proprie della Brand Activity?
Nella maggior parte delle volte, la percezione del Brand diventa anche la percezione che si ha del prodotto commercializzato. La descrizione di quest’ ultimo passa in secondo piano perché il consumatore percepisce il Brand e di conseguenza il prodotto.
L’unico problema che può sorgere, in un momento di crisi come questo, è quello di dover fare uno spostamento forzato del Brand, imposto dal mercato del momento, e di riuscire a farlo senza deludere le aspettative del consumatore.
Da qualche tempo stiamo osservando un certo sviluppo per alcuni settori del mondo della comunicazione. Esistono media che garantiscono un approccio privilegiato all’utente finale?
Assolutamente si. Soprattutto se si utilizzano quei canali che possono essere “personalizzati” per ogni utente finale.
Oggi come non mai, si deve puntare sempre più all’individuo invece che alla massa o al gruppo.
È per questo che si prediligono media come internet piuttosto che il classico advertising tv e stampa.
Quanto può ritenersi opportuno l’utilizzo di testimonial, di sponsorizzazioni o personalizzazioni di particolari eventi per un’efficace comunicazione del Brand?
L’utilizzo di un testimonial è da ritenersi molto importante, soprattutto se usato nel modo giusto e con intelligenza.
Il consumatore moderno ha sempre più bisogno di sentirsi “unico”, ma nello stesso tempo di sentirsi parte di un gruppo altrettanto “unico” ed “esclusivo”. Ha paura di essere e sentirsi escluso.
In questo caso l’utilizzo di un testimonial è determinante, ma bisogna saper scegliere bene in base all’età e alla cultura del target di riferimento.
Non bisogna però lavorare su modelli poco educativi, soprattutto su un target molto giovane o su fasce di età maggiormente “impressionabili”. La pubblicità deve anche concorrere alla realizzazione di un futuro migliore e all’educazione di generazioni sempre più attente.